Musicalizadora
Cristina si è avvicinata al Tango nel 1999 e quasi subito ha cominciato la sua esperienza di d.j. nelle milongas promosse da ‘Los chicos del Tango’. Ora è chiamata in molte milongas bresciane e del nord-Italia.
L’intervista del 2004, qui sotto riportata, ci rivela l’impegno che ‘La Barbie’ ha sempre posto nel suo ruolo di musicalizadora.
Intervista apparsa su Cafetín - Periodico milanese dedicato al mondo del tango e dintorni - anno 2, numero 2, novembre 2004
E’ il tango che mi ha trovata. Ero molto orgogliosa e spavalda nel mio “io ballo da sola”. Quando il tango entra veramente nella vita la cambia; in modo subdolo, poco alla volta, finché di colpo te ne accorgi. Ed è l’estensione dei sensi: l’aspettativa nell’odore della cera che cola sul tavolo; lo sguardo attento in attesa di un cabezeo; l’accoglienza tattile della propria mano destra in quella del cavaliere (primo vero abbraccio); il sale delle lacrime inevitabili quando ascolto alcuni tanghi. Perché piango? E’ l’emozione. La dà la musica ma la si mette nella danza. Così quando ballo non piango. Lascio uscire l’emozione, “dandomi”, e chiudo gli occhi.
D.: Cosa ti ha portato dietro la consolle?
R.: Necessità …o qualcuno metteva la musica o la milonga avrebbe chiuso. E a me faceva comodo ballare la domenica… Naturalmente gratis et amoris. Più gratis che amoris ad essere sincera. Mugugni e rimbrotti. E tanta improvvisazione. Ballavo da pochi mesi e non ne capivo niente. Sono passati anni: esperienze, letture, ascolto, ricerca dei dischi, colloqui con veri musicalizadores, musicisti, appassionati… Il ricordo è nebuloso come una milonga densa di fumo. Prima, 5 anni fa, mettevo la musica per ballare io. Ora perché adoro far ballare gli altri. Ma anche quando sono dietro la consolle, una parte di me è in pista che balla.
D.: Usi un criterio per scegliere la musica/gli autori/i ritmi/le cortine?
R.: C’è un prima, un durante, un dopo. Se fossero in sequenza sarebbe tutto più semplice. In un teorico prima c’è la preparazione. Non della serata. Preparazione come studio, ascolto della musica e delle proprie impressioni, poi il Riascolto per poter cambiare idea e magari ancora il Riascolto; immaginando di essere in milonga, a volte coinvolgendo un (poco) volontario derelitto a ballare… Ed il prima diventa dopo perché non si è mai finito di imparare. Si cerca di essere il più obiettivi possibile pur sapendo di non poter prescindere dal proprio gusto, personalità, impronta. La serata è sempre diversa. Anche se si è nella stessa milonga. Quindi anche la musica. Valuto le abitudini, il livello e le capacità di chi balla, lo stile di danza, i segnali neanche troppo impercettibili di risposta dei tangueros ad ogni pezzo, i momenti di “stanca”… Cerco di essere attenta e di intuire.
D.: Cosa si aspetta la gente dal “musicalizatore” (e come gestisci le "gentili richieste")?
R.: Che metta la musica che desidera ballare prima ancora di sapere quale musica desidera ballare. Che abbia personalità ma non la imponga. Che abbia belle gambe e/o generosa scollatura se è dj donna; che inviti a ballare proprio te, scelta fra tutte, se è dj uomo. A parte gli scherzi (ma un po’ ho ragione), la gente si aspetta una musica affine alle proprie corde, sensibilità, ed umore, che comunque cambiano nel corso della serata. Esaudisco le richieste proprio perché gentili. Valuto se è possibile creare subito una tanda in cui inserire il pezzo o se è il caso di aspettare un poco (e lo comunico subito al richiedente). Se il pezzo richiesto è un po’ “improbabile” lo inserisco come cortina e se particolarmente inadatto lo dedico al richiedente (nome e cognome)!
D.: Cosa ti fa sentire che la serata è riuscita?
R.: Musicalmente? Si vede durante. Ballano in tanti; fanno i complimenti per la musica; chiedono il titolo o l’interprete di un pezzo, oppure non chiedono nulla… vabene così; ballano ad oltranza incuranti dell’orario di chiusura e degli sguardi d’odio di baristi e guardarobiera; vogliono sapere quando torni….Insomma si vede. Io sono felice. Amo mettere la musica e la Mia serata è riuscita. In realtà il musicalizador contribuisce alla riuscita di una serata più o meno come la qualità del pavimento e dell’aspiratore del fumo o la temperatura della sala. La serata la fa riuscire la gente che vi partecipa con il suo umore, la convivialità, la disponibilità, la gentilezza, l’ospitalità, l’educazione… Ed è ogni singolo ospite che può decretare se la SUA serata è riuscita.
D.: L'ultimo tango alle 5 di mattina?
R.: Ultimo tango? Quale ultimo tango?
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