set 23 2009

Cambalache

Category: Musica | Rubrica Branioreste @ 10:02

Cambalache

 (Prima di ascoltare brani ricordati di fermare la musica del sito in basso a sinistra)   

Il tango Cambalache, testo e musica scritti nel 1934 da Enrique Santos Discépolo, continua a vivere instancabilmente nelle strade e nei café di Buenos Aires e di tutta l’Argentina. Il motivo è che il popolo per più di ottant’anni si è ritrovato nelle sue parole, facendole diventare, nei periodi più difficili, un vero e proprio grido di protesta o di consolazione.

I suoi versi tremendi sembra siano stati scritti solo oggi, perché descrivono alla perfezione il momento di pazzia universale che stiamo attraversando.

Cambalache fu scritto da Discépolo per la pellicola cinematografica El alma del bandoneon, proiettata per la prima volta il 20 febbraio del 1935. La protagonista del film fu niente meno che l’attrice e cantante Libertad Lamarque, che con questo film ottenne la consacrazione definitiva a diva del cinema sudamericano.

Il tango racconta in modo ironico e surrealista un mondo che marcia alla deriva, ormai senza alcun controllo e senza alcuna regola sensata. Il bello ed il brutto, ciò che giusto e che è sbagliato, la ragione e la pazzia, non hanno più argini che li dividano. Tutto è confuso e accatastato senza ordine sensato ... come nella bottega di un rigattiere, un cambalache.

cane Nella vetrina irrispettosa convivono uno accanto all’altro Alexander Stavisky, famoso truffatore dell’epoca, ed il religioso Don Bosco, fondatore dell’ordine dei salesiani; la prostituta Mignon ed il famoso mafioso Don Chicho, l’imperatore Napoleone ed il pugile Primo Carnera, fino ad arrivare al liberatore della patria generale José de San Martin. Tutto è caos al punto che ogni cosa, ogni valore, ogni comportamento diventa uguale all’altro, rendendo impossibile distinguere ciò che giusto da ciò che non lo è, chi è professore da chi è solo un asino.

Questa “ ... porcheria ... “ c’è da sempre, infatti c’era già nel 506 quando i barbari invadevano l’Italia ed occupavano Roma. Ma secondo Discépolo nulla cambierà nel futuro, il cambalache continuerà a vivere anche nell’anno 2000. E siamo proprio noi ad essere chiamati in causa, siamo noi che viviamo questa strana e stanca epoca che dobbiamo rispondere alla provocazione ...

 

 

Cambalache -

Tango - 1934

Música: Enrique Santos Discepolo    -  Letra: Enrique Santos Discepolo

Que el mundo fue y será una porquería

ya lo sé...

(¡En el quinientos seis

y en el dos mil también!).

Que siempre ha habido chorros,

maquiavelos y estafaos,

contentos y amargaos,

valores y dublé...

Pero que el siglo veinte

es un despliegue

de maldá insolente,

ya no hay quien lo niegue.

Vivimos revolcaos

en un merengue

y en un mismo lodo

todos manoseaos...

¡Hoy resulta que es lo mismo

ser derecho que traidor!...

¡Ignorante, sabio o chorro,

generoso o estafador!

¡Todo es igual!

¡Nada es mejor!

¡Lo mismo un burro

que un gran profesor!

No hay aplazaos

ni escalafón,

los inmorales

nos han igualao.

Si uno vive en la impostura

y otro roba en su ambición,

¡da lo mismo que sea cura,

colchonero, rey de bastos,

caradura o polizón!...

¡Qué falta de respeto, qué atropello

a la razón!

¡Cualquiera es un señor!

¡Cualquiera es un ladrón!

Mezclao con Stavisky va Don Bosco

y "La Mignón",

Don Chicho y Napoleón,

Carnera y San Martín...

Igual que en la vidriera irrespetuosa

de los cambalaches

se ha mezclao la vida,

y herida por un sable sin remaches

ves llorar la Biblia

contra un calefón...

¡Siglo veinte, cambalache

problemático y febril!...

El que no llora no mama

y el que no afana es un gil!

¡Dale nomás!

¡Dale que va!

¡Que allá en el horno

nos vamo a encontrar!

¡No pienses más,

sentate a un lao,

que a nadie importa

si naciste honrao!

Es lo mismo el que labura

noche y día como un buey,

que el que vive de los otros,

que el que mata, que el que cura

o está fuera de la ley...

Che il modo è stato e sarà una porcheria

già lo so ...

(Nel cinquecentosei

e anche nel duemila !)

Che sempre ci son stati ladri,

macchiavellici e truffatori,

contenti e vigliacchi,

sfacciati e falsari ...

Però che il secolo venti

sia un dispiegamento

di malvagità insolente,

non c’è chi lo neghi.

Viviamo rotolandoci

in un pasticcio

e in uno stesso fango

tutti maltrattati ...

Oggi è lo stesso

essere retto o traditore ! ...

Ignorante, saggio o ladro,

generoso o truffatore!

Tutto e’ uguale!

Niente è meglio!!

E’ lo stesso un asino

che un grande professore!

Non ci sono bocciati

ne graduatoria,

gli immorali

ci hanno uguagliato.

Se uno vive nell’impostura

e un’altro ruba per ambizione,

e’ lo stesso che sia prete,

materassaio, re di bastoni,

faccia tosta o clandestino...

Che mancanza di rispetto, che assalto

alla ragione!

Chiunque e’ un signore!

Chiunque e’ un ladro!

Mescolato con Stavisky va Don Bosco

e “La Mignon”,

Don Chicho e Napoleone,

Carnera e San Martin...

Come nella vetrina irrespetosa

dei rigatieri

si mischia la vita,

e ferita per un lama senza filo

si vede piangere la Bibbia

accanto allo scaldabagno...

Secolo vente,

problematico e febbrile ! ...

Chi non piange non poppa

e chi non ruba e’ un fesso !

Dai dacci dentro,

Dai, che va bene tutto!

Che la giu all’inferno

ci troveremo!

Non pensarci piu,

stattene in disparte

che a nessuno importa

se sei nato onesto

E’ lo stesso chi lavora

notte e giorno come un bue

e chi vive dagli altri,

chi uccide, chi guarisce

o sta’ fuori dalla legge…

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