(prima di ascoltare brani o vedere video ricordati di fermare la musica in basso a sinistra)
Il 21 agosto del 1946 Pugliese registra per la casa Odeon Disco il tango La Yumba, ed inizia una nuova epoca. Questo tango compone con Negracha (1942) e Malandraca (1948) il famoso “trittico” di tanghi nel quale è sintetizzato magistralmente l’embrione di quello che sarà lo stile della sua orchestra per gli anni a venire. La novità di questi tre tanghi è stata quella di rompere la tradizione compositiva consolidata dell’epoca e di proporre nello stesso brano atmosfere completamente differenti. Alle battute caratterizzate da ritmi incalzanti ed ostinati si affiancano passaggi melodici dove il tempo è come sospeso, per poi lasciare spazio a passaggi sincopati ed in contrappunto.
Il più famoso ed interpretato dei tre brani è La Yumba. Il titolo non corrisponde ad alcun vocabolo, bensì è una “traslitterazione” dell’andamento ritmico del pezzo: Yum (I movimento) ... ba (III movimento) ... - Yum ... ba .
Già all’inizio è presente qualcosa di inconsueto. La musica parte in levare con le ultime note di una battuta già cominciata altrove, lontano dall’ascoltatore, che per questo motivo viene preso quasi di sorpresa. E’ come se un animale feroce uscisse all’improvviso del fitto del bosco con passo deciso e minaccioso.
Il ritmo è marcato in modo sensuale, felino ed è la base che con potenza sostiene una sequenza di 7 note ripetute ostinatamente in modo quasi ipnotico: sono le stesse note iniziali.
La yum–ba poi si ferma, come per pensare, mentre l’ostinato cambia l’accento diventando sincopato, per poi ricongiungersi alla yum – ba, che inizia di nuovo la sua marcia incessante.
La caratteristica che seduce l’ascoltatore, è la pulsazione della musica con ondate intermittenti, che dilatano i contorni del battere del tempo.
E’ come se le note che hanno il fondamentale compito di definire in modo preciso il ritmo, fossero state scritte con troppo inchiostro e la goccia nera ampliandosi avesse superato lentamente i contorni netti. Tutto questo si adatta perfettamente alle dinamiche dei movimenti dei ballerini, e corrisponde idealmente al lasso di tempo che intercorre tra l’impulso dell’uomo, prima del battere del tempo (intenzione), ed il movimento della donna (ascolto), qualche istante dopo.
Il tratto tipico di Pugliese è quello di creare nei quattro tempi della battuta dei vuoti quasi completi tra i due accentati, che pulsano in modo costante come dilatandosi e contraendosi. E’ un andamento familiare, rassicurante, è come il battito del cuore.
Questo effetto viene ottenuto dando ai violini ed ai violoncelli il compito di cadenzare il ritmo con ampie e veloci arcate, mentre il pianoforte in secondo piano, con accordi sussurrati, crea il legame tra le due note accentate.
La Yumba è uno dei classici brani che rientrano nel repertorio dei ballerini professionisti. Un esempio per tutti è il famosissimo film di Sally Potter, Lezioni di Tango, dove un giovane Pablo Veron incanta per potenza e sensualità.
Pablo Veron y Sally Potter
Pugliese conobbe nella sua vita anche l’esperienza del carcere, in quanto fedele e coerente alle sue idee di simpatizzante comunista, in periodi in cui in Argentina era al potere la dittatura militare.
Il Maestro gestiva la sua orchestra come una cooperativa, dividendo equamente i proventi delle esecuzioni, ed è famoso l’aneddoto secondo il quale quando era costretto a subire il carcere a causa delle sue idee politiche, le sere dei concerti, mentre l’orchestra suonava, il pianoforte rimaneva vuoto e silenzioso, con un garofano rosso adagiato sulla tastiera. Più tardi il bandoneonista Carel Kraayenhof, uno dei suoi migliori discepoli, compose e dedicò a Pugliese il tango Clavel rojo (Garofano rosso).
Rispetto ad altri musicisti, Pugliese compose la musica per un numero abbastanza limitato di tanghi, circa venti, alcuni dei quali rappresentano delle perle uniche nella musica porteña. Oltre ai già citati Recuerdo, La Yumba, Negracha, Malandraca basti ricordare la Beba, Una Vez (testo di Catullo Castillo), Corazoneando, Barro (testo di Horacio Sanguinetti) e soprattutto Recien con testo del poeta Homero Manzi.
Altrettanto famose sono le sue innumerevoli interpretazioni di brani composti in precedenza da altri musicisti, interpretazioni tanto profonde ed innovative da dare una nuova vita al brano originario.
In questo caso l’elenco è decisamente lungo e di valore musicale immenso.
La scelta qui fatta non segue nessuna priorità se non quella dell’amicizia e dell’ammirazione.
Carlos Gavito y Marcela Durán
E’ immancabile poi la firma con la quale Pugliese conclude i sui tanghi. Nella ultime misure del brano viene preparato con un crescendo l’accordo finale, che esplode nell’ultima battuta con un fortissimo, però su un movimento inconsueto, il secondo, solitamente debole. Poi il silenzio con un pausa, lasciando l’ascoltatore all’improvviso in equilibrio sull’orlo del nulla. Una pausa di tensione silenziosa e poi un accordo finale pianissimo, appena appoggiato che risolve il brano, in modo soffice e silenzioso, ... quasi rassicurante. Gli ascoltatori più attenti dicono che in questo modo Pugliese ha saputo dimostrare la sua attenzione e considerazione della parte danzata del tango, lasciando l’ultima nota del brano alla libera sensibilità del ballerino.
Ecco alcuni esempi di finali:
FINALE LA MARIPOSA | |
FINALE GALLO CIEGO | |
FINALE LA YUMBA | |
Lo stile dell’orchestra Osvaldo Pugliese ha ispirato numerose orchestre attuali di tango, quali il Sexteto Mayor, l’Orquesta Color Tango, El Aranque, l’Orquesta Carla Pugliese, nipote di Osvaldo, fino ad arrivare alla potenza dirompente dell’Orquesta tipica Fernandez Fierro.
Oltre ai numerosi concerti nei café e nei teatri di Buenos Aires, in tutta l’Argentina e Montevideo, vi furono due importanti tour mondiali dell’orchestra Pugliese. La prima nel 1960 in diverse città dell’Unione Sovietica terminata poi con un concerto in Cina. La seconda nel 1965 in Giappone, ed in occasione di questo tour Pugliese compose il tango Tokio Luminoso.
Gustavo Naveira y Giselle Anne
Alla fine dei concerti gli innumerevoli sostenitori di Pugliese lo salutavano al grido di "Al Colón! Al Colón!"; il Teatro Colón di Buenos Aires è il più prestigioso teatro argentino, tempio culturale riservato esclusivamente alla musica classica.
Finalmente nel 1985 le porte del Teatro Colón si aprono per la prima volta nella sua storia al tango e l’Orquesta Pugliese ottiene la consacrazione ufficiale, con un concerto rimasto memorabile.
Osvaldo Pugliese è morto a Buenos Aires il 25 Luglio del 1995, al suo funerale echeggiavano le note de "La Yumba"
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