set 23 2009

Cambalache

Category: Musica | Rubrica Branioreste @ 10:02

Cambalache

 (Prima di ascoltare brani ricordati di fermare la musica del sito in basso a sinistra)   

Il tango Cambalache, testo e musica scritti nel 1934 da Enrique Santos Discépolo, continua a vivere instancabilmente nelle strade e nei café di Buenos Aires e di tutta l’Argentina. Il motivo è che il popolo per più di ottant’anni si è ritrovato nelle sue parole, facendole diventare, nei periodi più difficili, un vero e proprio grido di protesta o di consolazione.

I suoi versi tremendi sembra siano stati scritti solo oggi, perché descrivono alla perfezione il momento di pazzia universale che stiamo attraversando.

Cambalache fu scritto da Discépolo per la pellicola cinematografica El alma del bandoneon, proiettata per la prima volta il 20 febbraio del 1935. La protagonista del film fu niente meno che l’attrice e cantante Libertad Lamarque, che con questo film ottenne la consacrazione definitiva a diva del cinema sudamericano.

Il tango racconta in modo ironico e surrealista un mondo che marcia alla deriva, ormai senza alcun controllo e senza alcuna regola sensata. Il bello ed il brutto, ciò che giusto e che è sbagliato, la ragione e la pazzia, non hanno più argini che li dividano. Tutto è confuso e accatastato senza ordine sensato ... come nella bottega di un rigattiere, un cambalache.

cane Nella vetrina irrispettosa convivono uno accanto all’altro Alexander Stavisky, famoso truffatore dell’epoca, ed il religioso Don Bosco, fondatore dell’ordine dei salesiani; la prostituta Mignon ed il famoso mafioso Don Chicho, l’imperatore Napoleone ed il pugile Primo Carnera, fino ad arrivare al liberatore della patria generale José de San Martin. Tutto è caos al punto che ogni cosa, ogni valore, ogni comportamento diventa uguale all’altro, rendendo impossibile distinguere ciò che giusto da ciò che non lo è, chi è professore da chi è solo un asino.

Questa “ ... porcheria ... “ c’è da sempre, infatti c’era già nel 506 quando i barbari invadevano l’Italia ed occupavano Roma. Ma secondo Discépolo nulla cambierà nel futuro, il cambalache continuerà a vivere anche nell’anno 2000. E siamo proprio noi ad essere chiamati in causa, siamo noi che viviamo questa strana e stanca epoca che dobbiamo rispondere alla provocazione ...

 

 

Cambalache -

Tango - 1934

Música: Enrique Santos Discepolo    -  Letra: Enrique Santos Discepolo

Que el mundo fue y será una porquería

ya lo sé...

(¡En el quinientos seis

y en el dos mil también!).

Que siempre ha habido chorros,

maquiavelos y estafaos,

contentos y amargaos,

valores y dublé...

Pero que el siglo veinte

es un despliegue

de maldá insolente,

ya no hay quien lo niegue.

Vivimos revolcaos

en un merengue

y en un mismo lodo

todos manoseaos...

¡Hoy resulta que es lo mismo

ser derecho que traidor!...

¡Ignorante, sabio o chorro,

generoso o estafador!

¡Todo es igual!

¡Nada es mejor!

¡Lo mismo un burro

que un gran profesor!

No hay aplazaos

ni escalafón,

los inmorales

nos han igualao.

Si uno vive en la impostura

y otro roba en su ambición,

¡da lo mismo que sea cura,

colchonero, rey de bastos,

caradura o polizón!...

¡Qué falta de respeto, qué atropello

a la razón!

¡Cualquiera es un señor!

¡Cualquiera es un ladrón!

Mezclao con Stavisky va Don Bosco

y "La Mignón",

Don Chicho y Napoleón,

Carnera y San Martín...

Igual que en la vidriera irrespetuosa

de los cambalaches

se ha mezclao la vida,

y herida por un sable sin remaches

ves llorar la Biblia

contra un calefón...

¡Siglo veinte, cambalache

problemático y febril!...

El que no llora no mama

y el que no afana es un gil!

¡Dale nomás!

¡Dale que va!

¡Que allá en el horno

nos vamo a encontrar!

¡No pienses más,

sentate a un lao,

que a nadie importa

si naciste honrao!

Es lo mismo el que labura

noche y día como un buey,

que el que vive de los otros,

que el que mata, que el que cura

o está fuera de la ley...

Che il modo è stato e sarà una porcheria

già lo so ...

(Nel cinquecentosei

e anche nel duemila !)

Che sempre ci son stati ladri,

macchiavellici e truffatori,

contenti e vigliacchi,

sfacciati e falsari ...

Però che il secolo venti

sia un dispiegamento

di malvagità insolente,

non c’è chi lo neghi.

Viviamo rotolandoci

in un pasticcio

e in uno stesso fango

tutti maltrattati ...

Oggi è lo stesso

essere retto o traditore ! ...

Ignorante, saggio o ladro,

generoso o truffatore!

Tutto e’ uguale!

Niente è meglio!!

E’ lo stesso un asino

che un grande professore!

Non ci sono bocciati

ne graduatoria,

gli immorali

ci hanno uguagliato.

Se uno vive nell’impostura

e un’altro ruba per ambizione,

e’ lo stesso che sia prete,

materassaio, re di bastoni,

faccia tosta o clandestino...

Che mancanza di rispetto, che assalto

alla ragione!

Chiunque e’ un signore!

Chiunque e’ un ladro!

Mescolato con Stavisky va Don Bosco

e “La Mignon”,

Don Chicho e Napoleone,

Carnera e San Martin...

Come nella vetrina irrespetosa

dei rigatieri

si mischia la vita,

e ferita per un lama senza filo

si vede piangere la Bibbia

accanto allo scaldabagno...

Secolo vente,

problematico e febbrile ! ...

Chi non piange non poppa

e chi non ruba e’ un fesso !

Dai dacci dentro,

Dai, che va bene tutto!

Che la giu all’inferno

ci troveremo!

Non pensarci piu,

stattene in disparte

che a nessuno importa

se sei nato onesto

E’ lo stesso chi lavora

notte e giorno come un bue

e chi vive dagli altri,

chi uccide, chi guarisce

o sta’ fuori dalla legge…

Tags:

lug 21 2009

Osvaldo Pugliese – Biografia II parte

Category: Rubrica Biografieoreste @ 07:53
(prima di ascoltare brani o vedere video ricordati di fermare la musica in basso a sinistra)osvaldopugliese7-a[1]

Il 21 agosto del 1946 Pugliese registra per la casa Odeon Disco il tango La Yumba, ed inizia una nuova epoca. Questo tango compone con Negracha (1942) e Malandraca (1948) il famoso “trittico” di tanghi nel quale è sintetizzato magistralmente l’embrione di quello che sarà lo stile della sua orchestra per gli anni a venire. La novità di questi tre tanghi è stata quella di rompere la tradizione compositiva consolidata dell’epoca e di proporre nello stesso brano atmosfere completamente differenti. Alle battute caratterizzate da ritmi incalzanti ed ostinati si affiancano passaggi melodici dove il tempo è come sospeso, per poi lasciare spazio a passaggi sincopati ed in contrappunto.

NEGRACHA

MALANDRACA

pugliese3 Il più famoso ed interpretato dei tre brani è La Yumba. Il titolo non corrisponde ad alcun vocabolo, bensì è una “traslitterazione” dell’andamento ritmico del pezzo: Yum (I movimento) ... ba (III movimento) ... - Yum ... ba .

Già all’inizio è presente qualcosa di inconsueto. La musica parte in levare con le ultime note di una battuta già cominciata altrove, lontano dall’ascoltatore, che per questo motivo viene preso quasi di sorpresa. E’ come se un animale feroce uscisse all’improvviso del fitto del bosco con passo deciso e minaccioso.

Il ritmo è marcato in modo sensuale, felino ed è la base che con potenza sostiene una sequenza di 7 note ripetute ostinatamente in modo quasi ipnotico: sono le stesse note iniziali.

La yum–ba poi si ferma, come per pensare, mentre l’ostinato cambia l’accento diventando sincopato, per poi ricongiungersi alla yum – ba, che inizia di nuovo la sua marcia incessante.

   

clip_image002[1]

LA YUMBA

La caratteristica che seduce l’ascoltatore, è la pulsazione della musica con ondate intermittenti, che dilatano i contorni del battere del tempo.

E’ come se le note che hanno il fondamentale compito di definire in modo preciso il ritmo, fossero state scritte con troppo inchiostro e la goccia nera ampliandosi avesse superato lentamente i contorni netti. Tutto questo si adatta perfettamente alle dinamiche dei movimenti dei ballerini, e corrisponde idealmente al lasso di tempo che intercorre tra l’impulso dell’uomo, prima del battere del tempo (intenzione), ed il movimento della donna (ascolto), qualche istante dopo.

Il tratto tipico di Pugliese è quello di creare nei quattro tempi della battuta dei vuoti quasi completi tra i due accentati, che pulsano in modo costante come dilatandosi e contraendosi. E’ un andamento familiare, rassicurante, è come il battito del cuore.

Questo effetto viene ottenuto dando ai violini ed ai violoncelli il compito di cadenzare il ritmo con ampie e veloci arcate, mentre il pianoforte in secondo piano, con accordi sussurrati, crea il legame tra le due note accentate.

La Yumba è uno dei classici brani che rientrano nel repertorio dei ballerini professionisti. Un esempio per tutti è il famosissimo film di Sally Potter, Lezioni di Tango, dove un giovane Pablo Veron incanta per potenza e sensualità.

Pablo Veron y Sally Potter

 

 

OP-a Pugliese conobbe nella sua vita anche l’esperienza del carcere, in quanto fedele e coerente alle sue idee di simpatizzante comunista, in periodi in cui in Argentina era al potere la dittatura militare.

Il Maestro gestiva la sua orchestra come una cooperativa, dividendo equamente i proventi delle esecuzioni, ed è famoso l’aneddoto secondo il quale quando era costretto a subire il carcere a causa delle sue idee politiche, le sere dei concerti, mentre l’orchestra suonava, il pianoforte rimaneva vuoto e silenzioso, con un garofano rosso adagiato sulla tastiera. Più tardi il bandoneonista Carel Kraayenhof, uno dei suoi migliori discepoli, compose e dedicò a Pugliese il tango Clavel rojo (Garofano rosso).

Rispetto ad altri musicisti, Pugliese compose la musica per un numero abbastanza limitato di tanghi, circa venti, alcuni dei quali rappresentano delle perle uniche nella musica porteña. Oltre ai già citati Recuerdo, La Yumba, Negracha, Malandraca basti ricordare la Beba, Una Vez (testo di Catullo Castillo), Corazoneando, Barro (testo di Horacio Sanguinetti) e soprattutto Recien con testo del poeta Homero Manzi.

RECIEN

Altrettanto famose sono le sue innumerevoli interpretazioni di brani composti in precedenza da altri musicisti, interpretazioni tanto profonde ed innovative da dare una nuova vita al brano originario.

In questo caso l’elenco è decisamente lungo e di valore musicale immenso.

La scelta qui fatta non segue nessuna priorità se non quella dell’amicizia e dell’ammirazione.

DESDE EL ALMA

Carlos Gavito y Marcela Durán

 

 

E’ immancabile poi la firma con la quale Pugliese conclude i sui tanghi. Nella ultime misure del brano viene preparato con un crescendo l’accordo finale, che esplode nell’ultima battuta con un fortissimo, però su un movimento inconsueto, il secondo, solitamente debole. Poi il silenzio con un pausa, lasciando l’ascoltatore all’improvviso in equilibrio sull’orlo del nulla. Una pausa di tensione silenziosa e poi un accordo finale pianissimo, appena appoggiato che risolve il brano, in modo soffice e silenzioso, ... quasi rassicurante. Gli ascoltatori più attenti dicono che in questo modo Pugliese ha saputo dimostrare la sua attenzione e considerazione della parte danzata del tango, lasciando l’ultima nota del brano alla libera sensibilità del ballerino.

Ecco alcuni esempi di finali:

FINALE LA MARIPOSA

FINALE GALLO CIEGO

FINALE LA YUMBA

 

Lo stile dell’orchestra Osvaldo Pugliese ha ispirato numerose orchestre attuali di tango, quali il Sexteto Mayor, l’Orquesta Color Tango, El Aranque, l’Orquesta Carla Pugliese, nipote di Osvaldo, fino ad arrivare alla potenza dirompente dell’Orquesta tipica Fernandez Fierro.

ZITA

 

Oltre ai numerosi concerti nei café e nei teatri di Buenos Aires, in tutta l’Argentina e Montevideo, vi furono due importanti tour mondiali dell’orchestra Pugliese. La prima nel 1960 in diverse città dell’Unione Sovietica terminata poi con un concerto in Cina. La seconda nel 1965 in Giappone, ed in occasione di questo tour Pugliese compose il tango Tokio Luminoso.

Gustavo Naveira y Giselle Anne

OsvaldoPugliese

Alla fine dei concerti gli innumerevoli sostenitori di Pugliese lo salutavano al grido di "Al Colón! Al Colón!"; il Teatro Colón di Buenos Aires è il più prestigioso teatro argentino, tempio culturale riservato esclusivamente alla musica classica.

Finalmente nel 1985 le porte del Teatro Colón si aprono per la prima volta nella sua storia al tango e l’Orquesta Pugliese ottiene la consacrazione ufficiale, con un concerto rimasto memorabile.

Osvaldo Pugliese è morto a Buenos Aires il 25 Luglio del 1995, al suo funerale echeggiavano le note de "La Yumba"

accedi qui alla Prima parte della biografia

Tags: ,

giu 13 2009

Trenzas - Quedémonos aquí

Category: Rubrica Branioreste @ 10:45

_tango Tra gli autori dei testi del tango ci sono delle voci identificabili, inconfondibili, uniche. Sono le voci dei Poeti, senza le quali la storia del genere sarebbe stata molto diversa. Ognuno di questi autori ha un proprio tratto tematico, compositivo e stilistico che caratterizza la sua opera. La somma di questi tratti viene chiamata poetica, ossia un modo proprio di vedere la realtà e, con un particolare stile e linguaggio, di raccontare le cose.

La poesia quando si fonde con la musica, diventa sostanza magica, capace di dare forma e sapore alle parole, di fermare il tempo gli infiniti istanti di una nota. Riesce ad arrivare nel profondo dell’anima parlandoci con sorprendente esattezza di sentimenti solo nostri. La magia della poesia che si fa musica, con sorprendente facilità, ci fa scoprire i nostri ricordi, “ ... ci fa piangere per peccati non nostri e per tragedie che non ci riguardano. Crea un passato che non conosciamo e ci riempie di un sentimento di tristezza che ruba le nostre lacrime. Mi immagino un uomo che abbia avuto sempre una vita insulsa, e che udendo, per caso, un brano di musica, scoprisse repentinamente che la sua anima è passata, senza che lui lo notasse, attraverso terribili esperienze, e ha conosciuto allegrie sorprendenti, amori veementi e grandi rinunce.” (Oscar Wilde). 

Homero Exposito è uno dei grandi poeti del tango ed i suoi testi hanno dato, con pennellate che sanno di impressionismo, la forma poetica a musiche magnifiche. Utilizzando minimi elementi riesce, con ammirabile sintesi, a presentare una storia che è più suggerita che raccontata. Per parlarci del tema dell’amore utilizza spesso immagini che evocano il tempo che passa, il dolore, l’assenza, il destino. L’amore è sempre sospeso e attirato da forze contrapposte: la vita e la morte. Da un lato è costante l’irriducibile certezza che arriverà alla fine lasciando un vuoto insostenibile pieno di ricordi

 

... trecce,

nodo atroce di cuoio duro

che mi legaron al tuo muto addio ...

dall’altro compare la ferma convinzione che tornerà a nascere, come un fiore.

I brani proposti sono la celeberrima Trenzas ed il meno noto, ma ugualmente emozionante, Quedémonos aqui.

Ricordati di fermare il suono in basso a sinistra

Trenzas

Música: : Armando Pontier

Letra: Homero Expósito

anno 1956
Trenzas,
seda dulce de tus trenzas,
luna en sombra de tu piel
y de tu ausencia.
Trenzas que me ataron en el yugo de tu amor,
yugo casi de blando de tu risa de tu voz...
Fina
caridad de mi rutina,
me encontré tu corazón
en una esquina...
Trenzas de color de mate amargo
que endulzaron mi letargo gris.
¿Adónde fue tu amor de flor silvestre?
¿Adónde, adónde fue después de amarte?
Tal vez mi corazón tenía que perderte
y así mi soledad se agranda por buscarte.
¡Y estoy llorando así
cansado de llorar,
trenzado a tu vivir
con trenzas de ansiedad... sin ti!
¡Por qué tendré que amar
y al fin partir!
(Pena,
vieja angustia de mi pena,
frase trunca de tu voz
que me encadena...
Pena que me llena de palabras sin rencor,
llama que te llama con la llama del amor.)
Trenzas,
seda dulce de tus trenzas,
luna en sombra de tu piel
y de tu ausencia,
trenzas,
nudo atroz de cuero crudo
que me ataron a tu mudo adiós...
Trecce,
seta dolce delle tue trecce,
luna in ombra della tua pelle
e della tua assenza.
Trecce che mi legaron al giogo del tuo amore,
giogo quasi soffice del tuo sorriso della tua voce.
Fine
carità della mia routine,
incontrai il tuo cuore
in una esquina [1] ...
Trecce del color del mate [2] amaro
che addolciscono il mio letargo grigio.
Dove è andato il tuo amore di fiore silvestre ?
Dove, dov’è andato dopo averti amato ?
Forse il mio cuore doveva perderti
e così la mia solitudine cresce per cercarti.
E sto piangendo così
stanco di piangere,
intrecciato al tuo vivere
con trecce di ansietà .. senza te !
Perchè dovrò amare
e alla fine partire !
(Pena,
vecchia angoscia della mia pena,
frase tronca della tua voce
che mi incatena ...
Pena che mi riempie di parole senza rancore,
fiamma che ti chiama con la fiamma dell’amor.)
Trecce,
seta dolce delle tue trecce,
luna in ombra della tua pelle
e della tua assenza,
trecce,
nodo atroce di cuoio duro
che mi legaron al tuo muto addio ...

[1] Esquina è un termine ricco di significati che vanno ben al di là della semplice traduzione letterale. E’ l’angolo che corrisponde all’incrocio di due strade, ma è anche il luogo di incontri, di appuntamenti, di ricordi, di eventi memorabili. In molti testi di tango si può incontrare il termine esquina con tutti i suoi riferimenti poetici ed alcuni brani addirittura lo riportano nel titolo. Alcuni esempi sono Tres esquinas, Rondando tu esquina, El Esquinazo.

[2] Bevanda tipica argentina 

Ricordati di fermare il suono in basso a sinistra

Quedémonos aqui 

Música: Héctor Stamponi

Letra: Homero Expósito

anno 1956
¡Amor, la vida se nos va,
quedémonos aquí, ya es hora de llegar!
¡Amor, quedémonos aquí!
¿Por qué sin compasión rodar?
¡Amor, la flor se ha vuelto a abrir
y hay gusto a soledad, quedémonos aquí!
Nuestro cansancio es un poema sin final
que aquí podemos terminar.
¡Abre tu vida sin ventanas!
¡Mira lo lindo que está el río!
Se despierta la mañana y tengo ganas
de juntarte un ramillete de rocío.
¡Basta de noches y de olvidos,
basta de alcohol sin esperanzas,
deja todo lo que ha sido
desangrarse en ese ayer sin fe!
Tal vez
de tanto usar el gris
te ciegues con el sol...
¡pero eso tiene fin!
¡Después verás todo el color,
amor, quedémonos aquí!
¡Amor, asómate a la flor
y entiende la verdad que llaman corazón!
¡Deja el pasado acobardado en el fangal
que aquí podemos comenzar!
Amore, la vita se ne va da noi
fermiamoci qui, è già ora di arrivare!
Amore, fermiamoci qui !
Perchè senza compassion vagare ?
Amore, il fiore è tornato ad aprirsi
e c’è gusto alla solitudine, fermiamoci qui.
La nostra stanchezza è un poema senza fine
che qui possiamo terminare.
Apri la tua vita senza finestre !
Guarda il fiume quanto è bello !
Si sveglia la mattina ed ho voglia
di raccoglierti un mazzolino di rugiada
Basta notti ed oblio
basta alcool senza speranza,
lascia tutto ciò che è stato
prosciugarsi in questo ieri senza fede!
A volte
usando tanto il grigio
te accechi con il sole ...
però questo ha una fine !
Dopo verrà tutto il colore,
amore, fermiamoci qui!
Amore affacciati al fiore
e comprendi la verità che chiamano cuore!
Lascia nel fango il passato spaventato
che qui possiamo cominciare !

Tags:

giu 13 2009

Osvaldo Pugliese I°parte

Category: Rubrica Biografieoreste @ 04:12

Osvaldo Pugliese (1905 – 1995)

Osvaldo-Pugliese-aaa[1]I° parte 1905-1946

E’ necessario presentare Osvaldo Pugliese ???

... e allora cominciamo da un punto di vista perlomeno insolito: il ricordo visivo.

La prima immagine fisica che il nome Pugliese evoca nella mente del frequentatore di milonghe è veramente suggestiva e permette di apprezzare un aspetto alquanto particolare del mondo del tango: il profondo rispetto e la profonda ammirazione per l’esperienza ed il vissuto delle generazioni passate, fenomeno molto raro in altri ambienti.

Pensando ad Osvaldo Pugliese subito compare, creata dalla memoria, la figura di un simpatico e determinato viejito, magari il nonno dei nostri ricordi, sorridente e disponibile nel raccontare aneddoti della sua vita che rubano in pochi istanti l’attenzione.

Dietro agli occhiali spessi con la montatura scura, gli occhi luccicanti pieni di vita vissuta ci parlano di ciò che pensavamo fosse solo leggenda. La voce fragile ed ironica conduce e seduce con semplicità, regalando immagini introvabili altrove. Tutto diventa una favola che non ci stancheremmo mai di ascoltare e rivivere con lui, proprio come la sua musica.

L’affetto istintivo che suscita la sua figura non fa altro che amplificare ancora di più la smisurata considerazione che si ha di questo grande compositore per la musica geniale e profonda che ci ha regalato.

 

Video  (ricordati di fermare la musica del sito in basso a sinistra)
 
 

 

Osvaldo Pugliese è stato il musicista che più di tutti ha inciso profondamente nella concezione musicale del tango, avviando, verso la fine degli anni ’30, una trasformazione profonda e radicale, ma allo stesso tempo morbida e non traumatica.

Basti pensare che la sua prima composizione, Recuerdo (1924), è unanimemente ritenuta una delle più importanti della storia del tango, tanto che Anibal Troilo ne parlava come del tango che avrebbe voluto comporre mentre Julio De Caro già allora la considerava come “ ... una delle opere d’arte del nostro tango che perdurerà per sempre ...”. 

Recuerdo_Recuerdo Brano (ricordati di fermare la musica del sito in basso a sinistra)  

RECUERDO

Nel solco di Pugliese, poi, altri compositori hanno contribuito all’opera osvaldopugliese7-a[1]di trasformazione del tango; alcuni, come Horacio Salgan, rimanendo sempre paralleli allo stile ed all’impronta del maestro, altri, come Astor Piazzolla, creando una frattura avanguardistica.

Pugliese nasce nel barrio di Villa Crespo il 2 dicembre 1905. Nella sua famiglia il tango era di casa: il padre Adolfo, flautista dilettante, ed i due fratelli violinisti suonavano nelle formazioni che si esibivano nei cafè del barrio.

Dopo aver suonato inizialmente il violino passa ben presto al pianoforte, facendo esperienza, come molti suoi contemporanei, accompagnando le pellicole mute nei cinema. La sua carriera professionista inizia a 15 anni nel locale Café de La Chancha (la maiala), così chiamato dagli avventori alludendo alla scarsa igiene del proprietario. L’orchestra è diretta dalla bandoneonista Francisca “Paquita” Bernardo, fatto abbastanza insolito per il tango.

Allo stesso tempo inizia a frequentare il conservatorio di Villa Crespo, dove si diplomerà in pianoforte nel 1919.

La solida preparazione teorica ha senz’altro permesso alla sua creatività di potersi esprimere in modo libero e completo, percorrendo le ampiezze sonore dell’armonia e fondendole in modo nuovo e rivoluzionario.

Il percorso musicale di Pugliese sintetizza adeguatamente il passaggio tra due diverse concezioni della musica che marcano due diverse epoche. Nel periodo denominato La Guardia Vieja (1910 – 1925 circa), la sottile linea melodica “orizzontale” era l’elemento conduttore e, con un ritmo ben definito, il principale riferimento. I musicisti creavano ed eseguivano senza avere conoscenze musicali, era una rarità che sapessero leggere spartiti, e le orchestre suonavano “a la parilla” ossia improvvisando a memoria, avendo al più come unico elemento definito da seguire la parte del pianoforte.

La conseguenza diretta di tale situazione era una certa istintività e semplicità dei brani interpretati, dove l’esclusivo talento musicale degli interpreti, permetteva solamente di ricamare superficialmente sulle linee melodiche suggerite dal compositore.

OPugliese-a Con la Guardia Nueva, iniziata verso la metà degli anni ’20, l’orientamento è invece verso una musica “verticale”. Il miglioramento delle condizioni economiche della società argentina, rende possibile vivere di sola musica, di solo tango, e questo spinge compositori ed esecutori dotati di una preparazione musicale sempre più profonda a ricercare nuove soluzioni, fino ad arrivare a sperimentazioni avanguardistiche. Ora le melodie si espandono, cominciando a divenire dense e composite, aggiungendo alla gamma sonora la dimensione della profondità. Si cominciano a gettare le fondamenta del periodo successivo, Los anos 40 y 50, meglio conosciuto come L’Epoca de Oro.

Dopo profonde esperienze formative con le orchestre di tango più importati, con direttori del calibro di Alfredo Gobbi, Anibal Troilo e Pedro Laurenz, Pugliese giunge finalmente nel 1939 a formare la sua Orquesta tipica. Sono anni di fermento creativo, dove lo stile Pugliese si va definendo sempre di più, acquisendo quei tipici andamenti ritmici, congeniali particolarmente al ballo, che hanno reso immortali interpretazioni di brani come Gallo Ciego (musica di A. Bardi), La Mariposa (musica di Pedro Maffia).

 

Gallo ciego 

La mariposa

Nel 1946, poi, arriva la summa di tutta la sua esperienza musicale. Pugliese presenta il brano che apre una nuova epoca, caratterizzando non solo quello che sarà lo stile della sua orchestra ma anche tutto il tango che verrà dopo.

Il 21 agosto del 1946 registra per la casa Odeon Disco il tango La Yumba.

... continua nella II parte ...

Tags: ,