set 4 2009

Damián Boggio

Category: Amici & Bioennio @ 10:01

Damián Pablo Boggio, TANGO DJ, Buenos Airesdamain_boggio1

Dopo una breve apparizione nel film 'Sus ojos se cerraron' di Jaime Chavarri sulla vita di Carlos Gardel, Damián decise di prendere lezioni di tango in un centro culturale di Flores, un quartiere di Buenos Aires, con il professore Pablo Repún, mentre continuava i suoi studi in Scienze della Comunicazione all'Università di Buenos Aires, un percorso ancora da concludere…

Nel 1999, tornato a Buenos Aires dopo il suo primo viaggio in Italia, organizza, insieme ad uno dei suoi professori universitari, una Milonga in via Brasil, in una casa della metà del 19° secolo, e la chiamarono ‘Tangresión’.

In quel periodo fa amicizia con Pedro Benavente, ‘EL Indio’, che lo invita a organizzare insieme a lui prima una Milonga e poi un club di musica folk argentina, dove passarono musicisti come León Gieco, Rodolfo Mederos, Suna Rocha, Ramón Ayala, Jorge Marciali, tra gli altri.

Il posto viene decorato con le foto dei suoi idoli favoriti: Carlos Gardel, i Beatles, Luis Alberto Spinetta, Mafalda, Piazzolla, Gandhi, Woody Allen e… Theodor Adorno, il filosofo sociale tedesco, da lui studiato all'università.

Nel 2000 era già stato molte volte frequentatore delle serate organizzate da Omar Viola al Parakultural Salón Canning e a La Catedral. In una delle loro frequenti conversazioni, Omar gli propone di aprire insieme a lui un tango bar col nome di ‘La Flor de Boedo’, in onore a una storica pizzeria della zona, non più esistente.

E’ lì che comincia a lavorare nei progetti del Parakultural, che segue tuttora, ed è lì che apprende dall’esperienza di Omar.

In una notte di ottobre del 2001, Pablo Banchero lo invita a diventare il d.j. della sua Milonga ‘La Nacional’ e, alcuni mesi dopo, gli viene fatta la stessa richiesta da ‘Las Morochas’ Gabriela e Jimena per ‘El Beso’ e poi da ‘El Porteño’ Carlos Stassi e da ‘El Bailarin’ José Garófalo per le loro famose milongas.

Nel 2003 è stato d.j. al C.I.T.A. (Congreso Internacional de Tango Argentino), al World Tango Festival e alla ‘Noche de Carlos Gavito y sus amigos’.

Dal 2004 al 2007 è stato tutti gli anni in Europa (Italia, Svizzera, Germania, Olanda) come d.j. delle più note milongas e dei principali festival di tango. Tranne Felix Picherna, nessun altro d.j. di tango aveva mai girato tanto.

boggio e pichernaNel 2007 inizia anche a tenere in Europa seminari di Tango d.j. con grande successo. Il suo ‘Curso de Tango DJ...cómo y qué música pasar en un milonga’, dedicato a ballerini, curiosi e aspiranti d.j. (amatoriali e non), spiega come e cosa mettere nelle selezioni musicali, tandas y cortinas, cercando di creare e mantenere sempre una ‘buena onda’. Il 2007 è anche il primo anno in cui visita il Giappone.

Probabilmente grazie al suo particolare modo di presentare la musica e alla sua appartenenza alla generazione post rock, lo hanno intervistato vari periodici che rappresentano e orientano diversi pubblici ed età, come ‘The Rolling Stones’, ‘ La Mano’, i giornali ‘Clarín’ e ‘La Nación’, tra gli altri.

Nel 2004 aveva cominciato ad organizzare una sua propria milonga e, nel 2006, ha aperto la ‘Mina Milonga’, di martedì al Salon Canning-Parakultural, che è diventata per lui una grande opportunità di presentare sempre le migliori orchestre e coppie di ballerini di Buenos Aires. Dal 2007 ha smesso di fare il d.j. in altre milongas di Buenos Aires per potersi dedicare interamente alla ‘Mina Milonga’, ai suoi tours come d.j. e ai suoi progetti musicali.

 

Il suo sito: www.tangodj.com.ar

Autobiografía (prima del tango)

Entrò nella mia vita per rimanerci

Avevo quindici anni ed ero come qualsiasi ragazzo di quell’età: vivevo coi miei genitori, andavo in collegio, ascoltavo ‘Radio Bangkog’, guardavo il ‘Súper Agente 86’ alla televisione e avevo, come doveva essere, ‘Rockas vivas’ di Zas e ‘Los abuelos del nada en el Ópera’.

Certo è che ero inesperto e non sapevo come toccarla, come accarezzarla. Di quell’epoca ricordo che mi piacevano le canzoni di ‘Sui Generis’ e il mondo, per me, non si estendeva al di là del collegio, della mia famiglia, del mio cane, dei miei amici e della ragazza che mi faceva impazzire e che prese a considerarmi il suo migliore amico. E per questo allora scrivevo troppo e mi tiravo su con i primi accordi.

Il tempo passò e compii 16, 17 e via così e la nostra relazione crebbe di tale maniera che lei divenne fondamentale nella mia vita. Ciò mi allontanò un po’ dai miei amici perchò molte volte preferivo la sua compagnia a quella degli altri, molte albe le abbiamo viste noi due da soli. Non importava lo stato anemico in cui mi trovavo in quel momento e non andavo da nessuna parte senza di lei. Compresi i sabati in cui non uscivo per ballare per rimanere accanto a lei. Andammo e tornammo insieme a Bariloche, veniva con me a tutte le riunioni o viaggi che duravano più di un giorno e quando finì il 5º anno tenevamo già un sacco di canzoni in un quaderno, nell’ordine di data in cui furono concepite. Fu in quel periodo che al mio mondo si erano aggiunte le donne, la birra, le prime sigarette, ecc. ecc.

Poi proseguii compiendo i venti e restarono indietro gli anni del Conservatorio, le lezioni di teatro, gli scritti che non procedevano, pile di poesíe, il ricordo della donna che si perde nel tempo, nel corpo, l’andare a vivere solo,damian boggio le azioni buone e le cattive, i viaggi in Patagonia, zaini, freddo, frittelle, le cose che non si dimenticano. Già nella mia vita avevano preso posto la chacarera insieme al rock, la disperazione di andare a ballare il tango, i poemi di Whitman, i film di Woody Allen, la musica di Spinetta e di Piazzolla, il dissenso con molte cose che si dimenticano e no, i vecchi come unica religione possibile, gli occhi dei quali sempre mi sorvegliano. Per fortuna ancora passano in televisione, quando ormai non hanno più da passare, il ‘Súper Agente 86’ e ‘Los tres chiflados’ e per disgrazia non hanno trovato idea migliore che far parlare ‘La Pantera Rosa’.

In ogni caso lei continua a essere fondamentale per me. A volte per le sue forme, a volte per tirar fuori il meglio e il peggio di me, per portarmi in quei posti che lei sola conosce. Sempre qui, compagna, protettrice, mio ultimo rimedio contro di fronte all’oblio, al vuoto, alla noia. Mia confidente, musa e delirio. Sempre qui, mia chitarra.

[Da ‘Autobiografía’ - Universidad de Buenos Aires - Taller de escritura 1 - Comisión 7 – 1998]

 

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lug 27 2009

Milongueando en el 2009

Category: Rubrica Raccontiennio @ 05:50

1229tramonto01Eccomi di nuovo in macchina, diretta verso una milonga, emozionata e trepidante come se fosse la prima volta (ogni volta, per ragioni imperscrutabili, mi emoziono come se fosse la prima volta), in un incantevole crepuscolo estivo, mentre ascolto la delicata, antica melodia dei tanghi di Ciriaco Ortiz.

Lo so che parte dell’agitazione e della trepidazione è legata al fatto che non ho idea di dove sia la milonga, e oramai siamo rimasti solo io e il mio ballerino gli unici al mondo a non avere il navigatore, per cui mi rimane sempre il dubbio (fondato!) di perdermi nelle campagne padane.

Oh! sono previdente, parto con largo anticipo: l’esperienza mi insegna che riesco a perdermi nelle rotonde all’uscita dai caselli, perché invariabilmente prendo l’uscita sbagliata e mi infilo in tangenziali senza ritorno (ma a questi che stanno disseminando la pianura padana di rotonde tangenziali e autostrade, non gli può venire in mente che qualcuno potrebbe sbagliarsi e che gli andrebbe data l’opportunità di tornare indietro prima di aver percorso un centinaio di km e perso l’orientamento?).

Oh! anche il mio ballerino è previdente: l’esperienza gli insegna che tendo a perdermi in un bicchier d’acqua, per cui mi dà appuntamento ad un distributore di facile individuazione (anche perché ci siamo già incontrati lì altre volte!); ma oltre che previdente è anche un po’ distratto, e mi scrive”ci vediamo al distributore IP alle 9.30”; ma quando arrivo, il distributore è “Esso” e io vado nel panico, vedo sgretolarsi le mie certezze, comincio a pensare freneticamente “ho sbagliato via? ho sbagliato paese?” e, invariabilmente, come tutte le volte che dobbiamo trovarci, lo chiamo per confessargli che mi sono persa, o che mi sono sbagliata, o che ho capito male…. ma certamente sarò in breve in grado di raggiungerlo.

Eppure, per una volta, non ho sbagliato, sono nel posto giusto al momento giusto (detto così sembrerebbe una predestinazione, ma di fatto è solo un appuntamento!) e lui arriva ridendo; non lo dice, ma so perché ride: ogni volta, non è un semplice appuntamento, è un’incognita, un’avventura, una sliding door!

Partiamo, ognuno con la propria macchina, e arriviamo, poco più in là, in posto delizioso, una terrazza sotto le stelle, aperta su una campagna antica, ombreggiata da faggi (in verità non sono sicura che fossero faggi, ma mi piace pensarlo, e in ogni caso erano piante bellissime), e addolcita dal fiume.

malenacantaeltangord0 La serata è incantevole: il cielo è terso, stellato, il clima dolcissimo; per la musica non ho dubbi, il musicalizador è uno dei miei preferiti; ora sta a noi darle un senso, renderla perfetta col nostro tango.

Si inizia finalmente a ballare con una tanda di guardia vieja, e tu, che mi stai seduto di fronte, mi fai, anzi, mi accenni un cabeceo; dio! come adoro questi riti, questo chiedere come se fosse possibile una risposta diversa da un “sì” (anzi, ora che ci penso, la prossima volta, tanto per il gusto di disorientarti, ti rispondo “no”, ma solo per dirti “sì” subito dopo!!!); e così ci alziamo, ci facciamo largo tra la gente e arriviamo sulla pista, fra le altre coppie che già stanno ballando; e lì, in piedi uno di fronte all’altro, senza guardarci, ma consapevoli del reciproco respiro, inizia la magia: lentamente mi prendi la mano, che io docilmente appoggio nel tuo palmo, lentamente con l’altro braccio mi avvolgi la vita, facendo contemporaneamente scivolare il mio braccio intorno alle tue spalle, e quindi , come fossimo strumenti musicali, accordiamo il respiro: è un momento senza tempo, sei tu che imponi il ritmo, è in quel momento che mi metto in ascolto di te, la musica è un sottofondo lontano, ora sono solo accordata su di te, sulle tue note, respiro con te e aspetto che tu dia inizio al nostro tango (che fra parentesi inizia sempre in modo diverso, inusuale, inaspettato); a volte penso che potremmo restarcene lì così, immobili, intensi, per tutta la durata del tango, e anche solo così, avremmo ballato!

Ma per essere più convenzionali, alla fine iniziamo a muoverci in mezzo alle altre coppie come se ci fossimo solo noi e nessun altro (per la verità questa è una sensazione tutta mia, magari la prossima volta ti chiedo se anche tu senti la stessa cosa) non perché ci muoviamo come dei bisonti travolgendo tutto e tutti, ma perché balliamo senza curarci di chi ci può osservare, e interpretiamo e sperimentiamo e ridiamo come se davvero non ci fosse nient’altro oltre a noi due e la musica.

Stiamo talmente bene che non ci fermiamo un istante (giusto per le cortine, ma con un filo di rammarico), balliamo tutto,tanghi, vals, milonghe, Biagi, Canaro, Rodriguez, Pugliese: tu ti giustifichi dicendo che non sai ballare los anos (o gnagnos?) 40-50 e io penso che nessuno mi ha fatto mai ballare così bene “A Evaristo Carriego”; forse devo avertelo anche detto, ma in caso, te lo dico la prossima volta (ma quante cose devo dire e fare la prossima volta?).

peppi E così tango dopo tango, volteggiamo su questa terrazza estiva, io che a volte ho la sensazione di toccare appena il terreno, tu che via via alleggerisci sempre più la mano, che alla fine mi sfiora appena la schiena (ahimè) sudata, io che scorro nel tuo abrazo, tu che mi guidi appena, con piccoli cenni delle spalle, impercettibili cambi di peso, a volte quasi con il solo pensiero, io che rispondo come uno strumento fra le dita del musicista, docile (non sempre, a volte imbizzarrisco e ti brucio un incrocio!!!), leggera, in sintonia, quando….

Non so se mi sono distratta ascoltando la musica, non so se ti sei distratto ascoltando la musica (o guardando le donne bellissime intorno!), ma non mi arriva il segnale, non ti sento, ti ho perso!

Non so che fare, mi sento perduta, e allora, mentre ci stiamo librando come libellule, volteggiando in giri di cui mi ostino a tenere il conto dei gradi, mi blocco, come faccio di solito sull’ultima nota del tango, mi pietrifico, mi ancoro al pavimento, mi zavorro, divento granitica, mi si stampa in fronte “Mara for ever”, mentre tu cerchi, con gesti e sforzi inusitati resi un po’ confusi e necessari dal mio inamovibile, improvviso e assolutamente autonomo bloqueo, di schiodarmi dal pavimento; e invece io me ne resto lì, immobile, con gli occhi bassi, senza il coraggio di alzarli per incontrare i tuoi: ho rotto la magia! Ma non posso restare lì, e soprattutto tenerti lì per sempre, e alla fine alzo lo sguardo di sottecchi per spiare la tua espressione e tu sei lì, che mi guardi un po’ di sbieco, con l’angolo della bocca piegato in un sorriso divertito, e alla fine, ridendo, mi dici “peso specifico altissimo!!!” come a dire “come è possibile che una creatura tanto piccola e tutto sommato minuta, possa pesare così tanto?!”.

E allora una risata senza riserve mi sale dal cuore e riprendiamo a ballare ridendo e respirando e cantando insieme (e così mi viene in mente quando mi hai chiesto come sia possibile che dei testi e delle musiche tanto tristi possano rendere la gente tanto felice, visto che in milonga di solito la gente è felice).

Non ci siamo mai fermati, abbiamo continuato a ballare finchè praticamente ci hanno cacciato; quello che non sai è che avrei continuato a ballare per le scale, per la strada, e che comunque, per quel che ho potuto, ho continuato a ballare in macchina fino a casa, sull’antica, delicata melodia dei tanghi di Ciriaco Ortiz (ma tanto, anche questo, te lo dirò la prossima volta!).

Gabriella 'La Pepita'

 

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lug 11 2009

…….androni.

Category: Rubrica Raccontiennio @ 03:03

 

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA  Nell’androne antico di un cortile ci siamo toccati. Foglie d'edera e muschio tra le pietre del muro a secco.  Ricordi?, voci attutite arrivavano dalle finestre. Sapori di cene appena preparate si mescolavano ai suoni della sera e lì, frapposto a parole miste ci raggiungeva un Tango. Ricordi?, ci bastava questo per muoverci di quelle note, di quella cosa che non era amore ma era voglia. E così, nascosti dalle ombre dell’androne ci siamo suggeriti impercettibili passi di Tango. Tango lento, nascosto, tradito ogni tanto dal rumore dei miei tacchi sulle pietre irregolari.

Avrei voluto fermarti. Avrei voluto dirti che sapevo del tuo cuore altrove.

Il mio era altrove.

Dirti che le nostre circostanze non erano importanti: l’importante era quello che di noi ci restava sulle mani e per questo avremmo potuto restare ancora un poco senza piangere il rimorso. Senza barare sulle nostre vite. In fin dei conti non eravamo altro che respiri rubati, animali che mordono e leccano, che sanno fare male. Gente che si sa abbandonare.

Ma tu ti muovevi e la mia bocca non pensava a parlare. Ti lasciavo fare, ancora un po’, solo un altro pezzettino, e accarezzavo le tue gambe sentendo spazi riempirsi e vuotarsi di te. Ascoltavo parole pericolose risuonare leggere mentre frugavi tra il nascosto dei fiori sul mio vestito. Ti lasciavo fare, ancora un po’, un pezzettino.

Seguivi rimasugli di Tango e dalla tasca della tua giacca ti tradiva, innocente assassino, il biglietto di un treno.

Seguivo rimasugli di Tango e resistevo vedendoti di spalle uscire dal portone.

Nello specchio brunito dell’ascensore contai i centimetri del mio rammarico. Entrai in casa. Scivolai contro la porta sedendomi quasi atterra. Chiusi gli occhi e scandii gli ultimi istanti della tua mancanza. Piansi una lacrima. Leccai una goccia.

Quella sera, sul movimento dell’abitudine preparai la cena per il mio amore: cucinavo e giocavo a mettere i piedi scalzi al centro di ogni piastrella. Non pensavo. Cercavo di non pensare. In fondo, mi dissi, eri solo un impercettibile Tango.

In certi giorni, di nuvole e sole, l’aria, passando dall’androne gioca con il leggero del mio vestito e io mi metto ferma, per quel momento resto ferma.

 

Sandra, L’Encendida

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giu 14 2009

Basta milonga

Category: Rubrica Raccontiennio @ 05:20

No, non ci riesco ad andare in Milonga, almeno per un po’. sssss

Lo dice e s’accende una sigaretta.

Quattro sere a settimana sono troppe e mi sono rotto. Troppo tempo rubato al sonno, troppo regalato al sogno tanguero.

Che cazzate che dico, eh?

Comunque ci si stufa ad un certo punto. Ci si stufa per un sacco di motivi.

E poi si cambia. Io sono cambiato. Non ne ho più voglia. Ho voglia d’altro.

Mi sono scocciato dei soliti locali, delle solite storie. Ci si scoccia anche del Tango. Delle solite menate. Delle solite rivalità, che poi, detto francamente, non te ne frega niente. Arrivi al culmine, a quel livello e poi… Poi studi, spendi energie, denaro, incazzature varie perché non balli come vorresti e allora vai. Vai a lezioni a tradimento. Giù tempo, illuso di brutto, sprecato di brutto, tanto rimani uguale, tanto non cambi e non sai neanche perché. Non c’arrivi a capire perché nonostante un certo impegno i tuoi piedi ballano sempre uguali. Impermeabili e sordi a qualsiasi tecnica che il tuo cervello ha assimilato e vorrebbe trasmettergli. I piedi non sono più collegati al tuo cervello. Oltre che rabbia ti fanno pure senso nella loro incomprensibile indipendenza. I piedi.

E le facce?

Vuoi parlare delle facce tanguere?

Di quelli che sempre, sempre incontri?

Qualsiasi Milonga, quella che è un buco e anche quella in culo al mondo che penseresti d’incontrarci solo gente mai vista. No, ecco, sbagliato: loro ci sono. Anzi, loro erano già lì che ti aspettavano, che se non arrivavi da solo t’avrebbero chiamato.

Così, succede così: credimi.

Le donne, i locali, tutto, in questi sette anni si è fatto uguale.

Mi sono reso conto che l’abitudine è talmente insediata da essersi incancrenita piuttosto che radicata.

Io resto zitto, lo guardo e lo lascio parlare. Un monologo tanguero, monotematico nel discorrere come nell’immaginare: sempre e solo tangare. Ma ora, come se anche per questo esistesse un capolinea, si è fermato. Si è reso conto e… Basta tango, basta Milonga… almeno per un po’. Mi dice così e sembra convinto.

Disintossicazione. Riprende. Stacco radicale. Mi dice. Serve in certi momenti. Serve lasciar decantare. Dopo qualche tempo che non balli sembra di ballare meglio. Stacco anche per questo. Per vedere cosa mi resta nei piedi, se poi ballerò meglio.

Fa una smorfia, un distorcere di labbra che suggerisce delusione e non capisco se l’espressione gli si è cambiata per la quarta vodka lemon che butta giù o per qualcos’altro. I suoi movimenti lasciati andare, quello starsene lì appoggiato a parlare, quello sguardo spento. E’ perso, perso e triste.

Sai cosa ho fatto?

L’altra sera stavo impiantato là fuori, davanti alle finestre della scuola.

Sai quella dove andavo a lezione?

Proprio non ci riuscivo a scansarmi da lì.

Non c’ero riuscito a non andarci, a non parcheggiare l’auto quel tanto lontano per non essere visto e quel tanto vicino per riuscire a guardare dentro.

Sembravo Tom Ponzi, quello che fa l’investigatore privato, e mi sentivo l’uomo più cretino del mondo. In macchina, a fari spenti e sigaretta accesa: spettacolo serale. Sì, lo so, come un coglione davanti ad una bella prima visione del cazzo: Lui e Lei a ballare, a provare, a ridere. A ridere come dei cretini, a ganasce aperte.

Cosa ci sarà stato tanto da ridere?

Cosa avranno avuto da ridere?

Sono rimasto lì a farmi devastare le palle, a guardare quello che mai avrei voluto vedere. Come quando t’attacchi alla corrente e ti fulmini senza riuscire a staccarti. Ecco, ero così.

Immagina: io sono lì, guardo quella coppia fra le altre che prova, ripetono i passi, s’abbracciano, ridono… E non riesco a staccarmi da quella cosa, dalle gambe di Lei. Non riesco a non pensare che solo un mese fa quelle gambe ballavano tra le mie, che solo un mese fa s’allargavano per farmi salire su, verso il morbido.

E poi, guarda, voglio arrivare fino in fondo, voglio dirti quanto sono cretino io: quando Lei rideva, lì con lui. Quando gli rideva sulla bocca con la sua bocca, a me non veniva d’abbassare lo sguardo, di girare i tacchi e volare via, no, a me veniva in mente il suo sapore. Quel sapore che tenevo sulla lingua, tra i denti. No, io non pensavo d’andarmene, di staccarmi dalla corrente, di non farmi devastare. No, io pensavo al suo sapore, al suo caldo addosso. Pensavo a come facevo il cane da trifola quando arrivavo a casa e mi cercavo il suo profumo sulle braccia, sulle mani.

Non era solo tango tra me e lei.

Non era solo Tango lì davanti alla scuola a guardare, a godermi quel bel magone da groppo in gola che prima poi passa, lo so, ma intanto ti viene da chiederti: Cosa cazzo faccio nel frattempo che passa?

Cosa fai?, vai a ballare e te la trovi davanti?, magari con il cretino incollato alla sottana che la tiene troppo stretta?, quello lì che lo sa perfettamente chi sono e magari, tanto per compiere l’opera, mi viene a ballare sul centimetro di pista che ho davanti. Cosa faresti tu chiedendoti: Ma non gliel’avranno insegnato che una donna non va tenuta stretta. Va tenuta e basta. Cosa dovrei fare io?, dimmelo!, guardarli e fare finta di niente? Trattenere la voglia d’andargli dietro e tirargli un calcio nel culo?, così, una tacca e via, una a tutt’e due.

Gli sorrido.

Sorride anche lui e fa cenno di no con la testa: No, non si può fare. Non ci riesco ad andare in Milonga.

Ordina una Vodka e siamo alla quinta.

Si siede: il sacco è vuoto, ora può alleggerire le gambe.

Mi siedo con lui.

Questa sera niente Tango, restiamo qui dalla Rita, mandano la partita tra mezz’ora.

 

Sandra, L'Encendida

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apr 24 2009

El popul castello

Category: Amici & Bioennio @ 09:55

popul3 (Andrea Gasperini)

Nasco nel dicembre del 1973 ed esattamente 25 anni dopo, nel dicembre del 1998, in un viaggio indimenticabile nelle lontane terre d`Argentina mi è capitato di incontrare il Tango.

É stato sicuramente Amore a prima vista che, tra passioni, sorrisi e anche qualche lacrima, mi ha cambiato la vita fino a diventarne parte fondamentale. 
Dopo un paio d’anni dedicati all’apprendimento del ballo e del magico, complesso e variopinto mondo che dietro al ballo si nasconde, ho iniziato come d.j. (musicalizador, per meglio dire!) organizzando serate di ballo e feste all’interno dell’Associazione Tango Imola che ha creato una vitale realtà tanguera nella mia terra, l’Emilia.

Ho avuto poi l'occasione di metter musica alla Fattoria di Bologna e in altre città. Come musicalizador ho partecipato a diversi Festival internazionali di Tango argentino, oltre che venire chiamato regolarmente nelle migliori milongas delle città del centro-nord Italia. Ho avuto anche l’onore di passare musica (primo d.j. d’Europa a farlo) in alcune fra le piú conosciute milongas di Buenos Aires (Salon Canning, Porteno y Bailarin e Nacional).

Nel 2001 ho fatto le mie prime esperienze come insegnante di tango, approfondendo via via la mia preparazione con i migliori maestri argentini, sia qui in Italia che nei miei numerosi viaggi a Buenos Aires. Nel 2004, grazie all’incontro con Veronica Lorenzoni, l’attività di insegnamento prende sempre più corpo fino a configurarsi come una vera e propria accademia di ballo che si articola su diverse sedi in Emilia Romagna.
Oltre ad organizzare pratiche e milongas come attività sociale e ricreativa, io e Veronica ci impegniamo regolarmente al fianco di Mateando Onlus nell’organizzazione di eventi benefici al fine di ricavare fondi per una mensa-scuola per bambini della periferia degradata di Buenos Aires.

Ultimamente ho realizzato anche il sogno di cantare ed ora sono 'Cantor’ di Tango, membro del Quintetto Tango Sur diretto dal Maestro Delfio Plantemoli, con il quale realizziamo concerti, shows e performances  nelle milongas. Vedere la gente che balla mentre io canto mi rende felice come se ballassi anch’io! 
Il mio sogno: Che una persona su dieci in tutto il mondo balli il Tango... non so se sarebbe un mondo migliore, ma sicuramente più divertente e passionale (almeno per me!:-)).

Il mio 'stile': mi rifaccio alla struttura musicale delle milonghe popolari di Buenos Aires, variando tanda per tanda autori, epoche, ritmi e melodie, allo scopo di tenere 'alta' l'energia della serata.
Mantenendo una base classica non disdegno orchestre contemporanee o alternative. Mi ritengo al servizio del pubblico e cerco di caratterizzare la serata in rapporto a quello che la pista mi richiede.

La mia più grande soddisfazione è vedere la gente serena, divertita e appagata.

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apr 24 2009

Punto y Branca

Category: Amici & Bioennio @ 09:51

(Jorge Vacca)pyb1

Argentino. I suoi genitori erano ballerini di tango e quand’era piccolo ascoltava 24 ore su 24 tanghi (ma ogni sera di nascosto andava ad ascoltare alla radio i Beatles).
In Argentina collaborava per un’importante rivista di fumetti. Nei primi anni 90 il grande Hugo Pratt gli lancia l’idea di venire in Italia per lavorare alla rivista Corto Maltese, e così si trasferisce a Milano, dove fonda la Topolin Edizioni e la galleria d’arte La Cueva, sede anche di moltissimi eventi culturali.

Nel 2001 inaugura LaCueva TangoClub, appuntamento settimanale definito come "serata di culto della notte milanese",  dove si incontrano per ascoltare le sue sofisticate selezioni di tangos de ayer y hoy, giovani dai capelli colorati, tatuaggi e piercing e sofisticati milongueri di vecchia data.
E’ d.j. resident al Bailongo in Baires (Milonga al mejor estilo de Buenos Aires).e Gotan Night (serate dedicate al tango elettronico) presso la Comuna Baires di Milano. E’ spesso chiamato in milongas e festivals all'estero: Buenos Aires, Munich, Barcelona, London,
Granada, Madrid, Lugano.

Il nome che ha scelto come d.j.: inizialmente Punto y Branca erano in due; uno era assiduo bevitore di Punt e   Mes e l’altro di Fernet Branca e a quel tempo era anche uscito il primo disco dell’orchestra pyb2Fernandez Fierro in cui uno dei brani ha il titolo Punto y Branca. Detto, fatto.

Racconta che ama molto il suo lavoro di musicalizador, per l’incessante comunicazione che comporta, per l’energia che si sprigiona dalla pista quando la gente balla.

E’ sempre molto concentrato, presente en cuerpo y alma. Non prepara mai una playlist, il metro che usa nella scelta dei pezzi è la continua modulazione della presenza della gente in pista “come avere a che fare con un puledro che devi domare quando va al galoppo e devi incitare quando è al trotto”. Un continuo feedback con la pista.

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apr 21 2009

Vassily

Category: Amici & Bioennio @ 15:12

(Vassilios Sideromenos)VASSILY_DSC_0622_da_LUI_tag

L'abbiamo conosciuto nell'agosto del 1999: era il musicalizador di tutte le serate al Festival di Cesenatico.
Quando, alla nostra bella milonga del Paradiso Cafè, abbiamo cominciato ad alternare i nostri d.j. resident ai musicalizadores più affermati a livello nazionale, Vassily è stato tra i primi ad essere invitato (maggio 2002). Da allora ha allietato le nostre serata circa 50 volte!

Nato in Grecia e residente a Bologna da decenni, Vassily è stato tra i primissimi d.j. di tango in Italia, forse il primo.

Per la sua grande cultura musicale e per la sua esperienza nel gestire sale composte da ballerini di estrazione e gusto molto diversi, è stato fin da subito molto apprezzato e richiesto anche in festival di livello internazionale, in Italia e in Europa.

Dopo alcuni anni di esperienza presso uno storico e famoso Circolo della vecchia Bologna, all'inizio del 1996 dà vita alla famosa milonga del venerdì al Circolo La Fattoria (sempre a Bologna). In poco tempo la Fattoria è diventato uno dei più prestigiosi riferimenti per gli appassionati di tango ed un esempio per tante realtà italiane che, in quegli anni, stavano iniziando lo stesso percorso culturale.

Avere Vassily alla consolle significa sicurezza, certezza di buona musica. Le sue selezioni musicali sono sempre attente a come risponde la sala. Le sue serate non smentiscono mai la sua fama.

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apr 21 2009

Felix Picherna

Category: Amici & Bioennio @ 14:56


felix_picherna_ESTAE’ il più celebrato musicalizador internazionale.
Sabato 1 dicembre 2001 fu per la prima volta d.j. alla nostra milonga del Paradiso Cafè e da allora torna spesso a creare nelle nostre serate l’atmosfera della vera milonga porteña.

Fin da bambino abitava in un quartiere di Buenos Aires proprio vicino al Teatro Colon. Da ragazzo ebbe modo di conoscere tanti grandi tra cui Caló, Firpo, De Caro, Di Sarli, Troilo, Marino, Beniamino Gigli, Pugliese, Canaro.

Ha cominciato come musicalizador nel 1958, quando si usavano ancora i 78 giri, al Club Viento Norte di Villa Urquiza. E da lì non si è più fermato. Ha lavorato nelle più tradizionali milongas di Buenos Aires: salon Pavadita, Club Almagro, Confiteria Ideal, Italia Unita, Saavedra, Pinocho e, dai primi anni 80, al frequentatissimo Sunderland.
Ha debuttato in Europa nel 1999, dopo 40 anni di professione, e si è poi trasferito definitivamente in Italia.

Nel suo 50° aniversario di disc jockey di Tango (2008), è stato investito dalla Academia Nacional del Tango de Buenos Aires, come ‘Custode delle arti del tango’.

Ricorda titoli, autori (e a volte le parole) di tutti i tanghi delle grandi orchestre degli anni '30, '40 e '50 (oltre ai titoli di più di duecento filmati dell’epoca!).
La sua collezione di dischi è anche nella sua testa. Nella sua mente ha quattromila registrazioni: togliendo le ottocento del suo amato Carlos Gardel, restano più o meno tremila tanghi ballabili.

Conosce i gusti dei ballerini, soddisfa le richieste e aggiunge alcune rarità. Solitamente, oltre ai tanghi, milonghe e vals, ogni due o tre ore di ballo mette un boogie woogie, un rock'n roll, un jazz americano.

26/4/2009

 

Caro amico, quanto ci manchi!

Tante decine di volte hai accolto il nostro invito. La tua presenza alla nostra tavola e le lunghe chiacchierate e le confidenze e le battute... facevi ormai parte della famiglia.

E tu in consolle... rimarrai sempre insuperabile.

23/1/2016 

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apr 16 2009

Attività Aprile 2009

Category: Concerti | Milonghe | Musicaennio @ 11:19

Milonga Sabato  4 aprile musicaliza EL POPUL CASTELLO
Musica Para Bailar
Sabato 11 aprile  con il quintetto LA TIPICA MINA da Buenos Aires
Milonga sabato 18 aprile musicaliza VASSILY 
Concerto (solo ascolto) Giovedì 23 aprile TANGO NEGRO TRIO con il mitico Juan Carlos Caceres
Milonga sabato 25 aprile musicaliza FELIX PICHERNA


(depliant attivit\340 Chicos apr2009.pub)

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