giu 13 2009

Osvaldo Pugliese I°parte

Category: Rubrica Biografieoreste @ 04:12

Osvaldo Pugliese (1905 – 1995)

Osvaldo-Pugliese-aaa[1]I° parte 1905-1946

E’ necessario presentare Osvaldo Pugliese ???

... e allora cominciamo da un punto di vista perlomeno insolito: il ricordo visivo.

La prima immagine fisica che il nome Pugliese evoca nella mente del frequentatore di milonghe è veramente suggestiva e permette di apprezzare un aspetto alquanto particolare del mondo del tango: il profondo rispetto e la profonda ammirazione per l’esperienza ed il vissuto delle generazioni passate, fenomeno molto raro in altri ambienti.

Pensando ad Osvaldo Pugliese subito compare, creata dalla memoria, la figura di un simpatico e determinato viejito, magari il nonno dei nostri ricordi, sorridente e disponibile nel raccontare aneddoti della sua vita che rubano in pochi istanti l’attenzione.

Dietro agli occhiali spessi con la montatura scura, gli occhi luccicanti pieni di vita vissuta ci parlano di ciò che pensavamo fosse solo leggenda. La voce fragile ed ironica conduce e seduce con semplicità, regalando immagini introvabili altrove. Tutto diventa una favola che non ci stancheremmo mai di ascoltare e rivivere con lui, proprio come la sua musica.

L’affetto istintivo che suscita la sua figura non fa altro che amplificare ancora di più la smisurata considerazione che si ha di questo grande compositore per la musica geniale e profonda che ci ha regalato.

 

Video  (ricordati di fermare la musica del sito in basso a sinistra)
 
 

 

Osvaldo Pugliese è stato il musicista che più di tutti ha inciso profondamente nella concezione musicale del tango, avviando, verso la fine degli anni ’30, una trasformazione profonda e radicale, ma allo stesso tempo morbida e non traumatica.

Basti pensare che la sua prima composizione, Recuerdo (1924), è unanimemente ritenuta una delle più importanti della storia del tango, tanto che Anibal Troilo ne parlava come del tango che avrebbe voluto comporre mentre Julio De Caro già allora la considerava come “ ... una delle opere d’arte del nostro tango che perdurerà per sempre ...”. 

Recuerdo_Recuerdo Brano (ricordati di fermare la musica del sito in basso a sinistra)  

RECUERDO

Nel solco di Pugliese, poi, altri compositori hanno contribuito all’opera osvaldopugliese7-a[1]di trasformazione del tango; alcuni, come Horacio Salgan, rimanendo sempre paralleli allo stile ed all’impronta del maestro, altri, come Astor Piazzolla, creando una frattura avanguardistica.

Pugliese nasce nel barrio di Villa Crespo il 2 dicembre 1905. Nella sua famiglia il tango era di casa: il padre Adolfo, flautista dilettante, ed i due fratelli violinisti suonavano nelle formazioni che si esibivano nei cafè del barrio.

Dopo aver suonato inizialmente il violino passa ben presto al pianoforte, facendo esperienza, come molti suoi contemporanei, accompagnando le pellicole mute nei cinema. La sua carriera professionista inizia a 15 anni nel locale Café de La Chancha (la maiala), così chiamato dagli avventori alludendo alla scarsa igiene del proprietario. L’orchestra è diretta dalla bandoneonista Francisca “Paquita” Bernardo, fatto abbastanza insolito per il tango.

Allo stesso tempo inizia a frequentare il conservatorio di Villa Crespo, dove si diplomerà in pianoforte nel 1919.

La solida preparazione teorica ha senz’altro permesso alla sua creatività di potersi esprimere in modo libero e completo, percorrendo le ampiezze sonore dell’armonia e fondendole in modo nuovo e rivoluzionario.

Il percorso musicale di Pugliese sintetizza adeguatamente il passaggio tra due diverse concezioni della musica che marcano due diverse epoche. Nel periodo denominato La Guardia Vieja (1910 – 1925 circa), la sottile linea melodica “orizzontale” era l’elemento conduttore e, con un ritmo ben definito, il principale riferimento. I musicisti creavano ed eseguivano senza avere conoscenze musicali, era una rarità che sapessero leggere spartiti, e le orchestre suonavano “a la parilla” ossia improvvisando a memoria, avendo al più come unico elemento definito da seguire la parte del pianoforte.

La conseguenza diretta di tale situazione era una certa istintività e semplicità dei brani interpretati, dove l’esclusivo talento musicale degli interpreti, permetteva solamente di ricamare superficialmente sulle linee melodiche suggerite dal compositore.

OPugliese-a Con la Guardia Nueva, iniziata verso la metà degli anni ’20, l’orientamento è invece verso una musica “verticale”. Il miglioramento delle condizioni economiche della società argentina, rende possibile vivere di sola musica, di solo tango, e questo spinge compositori ed esecutori dotati di una preparazione musicale sempre più profonda a ricercare nuove soluzioni, fino ad arrivare a sperimentazioni avanguardistiche. Ora le melodie si espandono, cominciando a divenire dense e composite, aggiungendo alla gamma sonora la dimensione della profondità. Si cominciano a gettare le fondamenta del periodo successivo, Los anos 40 y 50, meglio conosciuto come L’Epoca de Oro.

Dopo profonde esperienze formative con le orchestre di tango più importati, con direttori del calibro di Alfredo Gobbi, Anibal Troilo e Pedro Laurenz, Pugliese giunge finalmente nel 1939 a formare la sua Orquesta tipica. Sono anni di fermento creativo, dove lo stile Pugliese si va definendo sempre di più, acquisendo quei tipici andamenti ritmici, congeniali particolarmente al ballo, che hanno reso immortali interpretazioni di brani come Gallo Ciego (musica di A. Bardi), La Mariposa (musica di Pedro Maffia).

 

Gallo ciego 

La mariposa

Nel 1946, poi, arriva la summa di tutta la sua esperienza musicale. Pugliese presenta il brano che apre una nuova epoca, caratterizzando non solo quello che sarà lo stile della sua orchestra ma anche tutto il tango che verrà dopo.

Il 21 agosto del 1946 registra per la casa Odeon Disco il tango La Yumba.

... continua nella II parte ...

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